Sono le 17, Chiara ha appena suonato il campanello. È in orario, ama la puntualità. Siamo quasi coetanei, io ho venticinque anni, sono diplomato da poco e tengo delle lezioni di pianoforte a casa in attesa di un’occupazione in qualche scuola. Chiara ha quasi trent’anni, aveva iniziato il pianoforte quando era ragazzina fino ai diciotto anni, poi per motivi familiari dovette trovarsi un lavoro per contribuire alle poche entrate. Da qualche mese gli è ritornata la voglia di suonare e per un caso è venuta a conoscenza che io insegno privatamente. Ci siamo fin da subito presi in giro, corteggiandoci in maniera simpatica . Più di qualche volta ci siamo lasciati andare ma ho sempre cercato di non mescolare il lavoro con il divertimento. Oggi e’ la sua decima lezione, e devo dire che sta facendo ottimi progressi. < Ciao Chiara, prego accomodati,> . Si siede al pianoforte, appoggiando sul leggio gli spartiti. Come d’abitudine sto in piedi, a volte di fianco, a volte dietro per controllare la posizione della schiena, la caduta delle braccia, la morbidezza dei movimenti e caso mai assicurarmi che non ci sia rigidità, soprattutto nei muscoli, come nel suo caso, al collo. Inizia con una studio di Chopin e la fermò subito < ripeti per cortesia tenendo le braccia più vicine al tronco e mantieni la schiena diritta.>
Dopo qualche battuta si ferma < devo fare qualche movimento sbagliato perché mi fa male un po’ la schiena> Mi posiziono dietro di lei,le chiedo di ricominciare e mentre suona provo a cercare con le mani il punto dolente.< Ah, è proprio lì> mi dice lamentandosi. All’altezza delle scapole sento che è molto rigida, le dico di suonare ancora da capo e provo a massaggiare dolcemente la zona infiammata. Lo specchio che ho sulla parete a destra del pianoforte mi indica la posizione esatta della schiena, così con una leggera pressione sul collo la riporto dritta. Non mi sfugge che mentre le massaggio la schiena e il collo lei chiude gli occhi. Dico subito che Chiara è una ragazza carina,che però non fa niente per mettere in risalto le sue curve. Vederla ad occhi chiusi mentre le mie mani la toccano mi provoca un’eccitazione che, onestamente non avevo previsto. Allo specchio si nota chiaramente il mio gonfiore e spero che lei non giri il capo e se ne accorga. Mi sposto di lato e la lascio suonare , ma si ferma dicendomi che non riesce a fare bene i trilli.
Mi chino sulla tastiera e le faccio vedere come li suono io, ma notando la sua difficoltà le prendo la mano per farle capire come deve muovere le dita in scioltezza. La sua mano nella mia mia mi dà uno spasmo in pancia,e noto che mi sto comportando come un adolescente al suo primo porno. Ho il cazzo talmente gonfio di voglia, che ho paura di venire senza toccarlo. Con imbarazzo continuo mano nella mano a controllarle il trillo ma il suo braccio urta la mia patta. I suo occhi si posano sopra di esso e poi sui miei. Non dice una parola ma il fatto che poi riguarda di nuovo il gonfiore mi fa fare quello che mai avrei pensato. Mi avvicino a lei e prendendole delicatamente il collo le chiedo di rilassarsi, compreso la schiena e le braccia. Il mio membro è a pochissimi centimetri dal suo viso e mentre la massaggio con movimenti lenti e sensuali lei socchiude leggermente la bocca. O la va o la spacca.
Abbasso la testa e le sfioro le labbra con le mie. Lei non si tira indietro ma mi bacia appassionatamente con la lingua,e facendomi fare quasi un infarto mi mette la mano sulla patta. Con le dita stringe il cazzo attraverso la stoffa dei pantaloni. Sempre baciandomi, apre il bottone, fa scendere la zip e in un attimo il cazzo è nella sua mano. Credo che mi manchi talmente poco che vorrei dirglielo, cercò di concentrarmi ma fa appena in tempo a dire< come è grosso > e prenderlo in bocca che vengo in maniera bestiale. Mi appoggio alla sua testa mentre sono percorso da fremito che mi fanno piegare le gambe. Lei l’ha tenuto in bocca credo che abbia anche ingoiato, però quando lo lascia, una colata di sborra le scende dalla bocca e la sputa nella mano. Sorridente, con i filamenti che le partivamo dalle labbra mi chiede dov’è il bagno.
Quando torna, pulita mi sono già messo a posto, e molto imbarazzato cerco di scusarmi < Sai a volte quando sono molto eccitato vengo prima del dovuto.> Lei, non sembra per niente arrabbiata, anzi, mi sorprende dicendomi < se vuoi io ho ancora un po’ di tempo> . Effetto Viagra a mille. Sento il cazzo diventare marmo,ma questa volta la voglio far godere. < Vieni Chiara > e prendendola per mano la porto in camera da letto.