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L’attesa

Racconti Erotici

Doveva essere una semplice uscita tra vecchi compagni di scuola nella desolata città sulle sponde del lago fonte di tante nostre uscite e bevute. Ci eravamo scoperti molto uniti solamente l’ultimo anno delle superiori, ma ogni sabato eravamo insieme con gli altri nostri amici. Così come l’estate della maturità, a ridere e scherzare fino a tardi, camminando in questa città vuota.

I nostri sguardi si incrociano spesso, i tuoi occhi ridenti mi facevano provare una fitta al cuore ogni volta che incontravano i miei; i tuoi modi così pacati e tranquilli… e il tuo corpo slanciato, la tua pelle candida e liscia. E quel culo meraviglioso…

Eravamo due persone opposte, tu ragazza di città, sempre alla moda e amica di tutti; io ragazzo riservato, semplice. Gli opposti si attraggono.

Poi università diverse ci hanno poi a poco a poco separato con gli altri. Con te.

Sulle prime sembriamo imbarazzati, come se tutta la confidenza che avevamo sia sparita in questi anni di lontananza. Ma in un attimo riemergono tutte le nostre avventure e tutte le nostre risate, tra un “ti ricordi quella volta, lì…” “E quando in quel bar avevamo bevuto…”.

Nelle vuote vie del centro si sentono solo le nostre voci e il rimbombo dei tuoi stivali, abituati a vederle piene di turisti fa un certo effetto. Dal ricordare come ci divertivamo negli anni passati arriviamo a parlare di noi, delle nostre storie amorose o dei nostri disastri. È un attimo che si arriva a parlare di sesso. Mi dici che non è facile per te trovare feeling sessuale, anche se il ragazzo ti piace.

Cerco di sdrammatizzare anche perché è vero che eravamo amici, ma amici con quel piccolo di malizia che non è mai arrivato fino in fondo, per paura tua o per paura mia. O forse perché giocavamo solo a stuzzicarci.

Allora ti dico che forse cerchi nel posto sbagliato, che cerchi chissà dove quando invece la persona giusta l’hai sempre avuta sotto il tuo naso.

Rimani stupefatta da queste mie parole, certo non ho detto che ero io ma si capiva chiaramente che mi riferivo a noi due.

Rimaniamo in silenzio entrambi mentre il vento della sera soffia leggero e freddo sul lungolago.

“Ti sono sempre piaciuta vero?” mi dici all’improvviso.

Provo un po’ di imbarazzo da queste parole così dirette, così vere. Ma alla fine siamo qui per la voglia di rivederci, per la voglia di ridere come ai vecchi tempi e lascio aprire il mio cuore.

“Sì e l’hai sempre saputo” ti rispondo. E la tua risposta entra dentro di me e arriva al profondo della mia anima. “L’ho sempre saputo, mi piaceva quando ci stuzzicavamo… ma poi…”

Ti guardo e abbassi gli occhi timidamente, ti accarezzo il braccio per farti capire di non avere paura così continui.

“Ma poi ti pensavo forse troppo, avevo paura di mostrare i miei sentimenti, avevo paura di rovinare la nostra amicizia e il nostro gruppo”.

Queste parole buttate così danno più fastidio del freddo vento di dicembre.

Siamo sulla passeggiata che arriva a una famosa villa, dove avevamo lasciato la macchina. Forse in questo momento eravamo più fragili, o forse dopo esserci confidati così eravamo più forti che mai.

Ti prendo delicatamente la mano, con paura… ma tu prendi la mia, così ci fermiamo e ti prendo anche l’altra. L’imbarazzo svanisce nei nostri occhi e adesso le mie mani passano dietro la tua schiena e ti cingono, e ti avvicinano a me. Il bacio è caldo, lungo. Scoppiamo a ridere quando ci stacchiamo per poi cercarci di nuovo.

Le mie mani passano sulla tua schiena e sui tuoi fianchi, per scendere poi verso il culo. Quel culo ammirato spesso durante le ore di educazione fisica, quel culo ammirato nei nostri pomeriggi al lago a prendere il sole.

Quel culo ora coperto da pantaloni in pelle, neri.

Riprendiamo il cammino verso la macchina, questa volta mano nella mano come avremmo dovuto essere da tempo. Nel viale ci sono delle rientranze che danno direttamente sul lago e sono coperte alla vista dei passanti. Non che ci fosse in giro qualcuno… ma l’idea di osare è sempre lì.

Ti bacio e ti spingo contro il muro, mi appoggio a te e ti faccio sentire il mio desiderio, la mia erezione che spinge contro di te.

La mia mano si fa spazio nei tuoi pantaloni attillati e tocca la tua pelle fredda, che si scalda rapidamente. La mia mano scende e scivola in basso.

Ansimi e chiudi gli occhi. Il tuo viso delicato è ancora più bello quando esprime godimento.

Faccio scivolare le mie dita sulle tue labbra per farle poi entrare in te. La mia mano è già completamente bagnata e inizio a muovermi velocemente, forte. Mi fermo improvvisamente quando sento dei rumori provenire dalla passeggiata e tu mi guardi preoccupata, il tempo di capire che è solamente un gatto e mi prendo nuovamente cura di te.

Tiro fuori la mano impregnata dei tuoi umori e l’assaggio. L’avvicino a te e mi lecchi le dita a mo’ di pompino, guardandomi dritta negli occhi. Il lato selvaggio di me sta venendo fuori…

Ritorno in mezzo alle tue gambe e due dita vengono risucchiate da te, al caldo. Mi muovo sempre più velocemente,

I tuoi ansimi si fanno sempre più forti ma sono coperti dallo scrosciare delle onde.

Ora la mia mano si muove lentamente, ora più velocemente. Alterno i movimenti per portarti al supremo piacere, per non darti un punto di riferimento…

Sempre con due dita dentro di te, appoggio il palmo della mano sul clitoride e muovo tutto… strabuzzi gli occhi e mi guardi negli occhi mentre ti mordi il labbro. Occhi intensi che mi chiedono di farti godere, le tue candide guance sono arrossate per il calore che ti cresce dall’interno.

La tua mano adesso stringe la mia spalla, chiudi gli occhi e la testa ti ricade all’indietro.

“Aspetta aspetta…” mi dici. Ma non mi fermo, voglio farti tremare tutta per l’orgasmo.

Le tue gambe si fanno molli mentre arrivi al culmine del piacere e tremano sotto i movimenti della mia mano, ma ci sono io che ti reggo per non farti cadere. Soffochi il grido di godimento nella mia spalla e mi mordi per rilassarti poi appoggiata a me.

Mi dai un bacio sulla guancia e mi accarezzi il viso, ricambio i gesti ma questa dolcezza non è in me adesso, è sopraffatta dal mio lato più selvaggio.

Ti faccio girare e appoggi le mani al muro, abbasso i pantaloni e finalmente godo della vista del tuo culo. Così liscio, così sodo.

Mi inginocchio e allargo le natiche, vedo i tuoi umori di poco fa ma soprattutto vedo la tua rosellina più nascosta.

Il mio viso si attacca a te e la mia lingua ti assapora, assapora il tuo orgasmo. Salgo verso il tuo buchetto e ti irrigidisci al tocco della mia lingua, ma insisto a leccarti.

Mi alzo e mi calo i pantaloni, ti volti per giocare con il mio amico ma ti faccio rimettere faccia al muro. Entro dentro di te in un colpo solo, tutto. Esco e stuzzico col pene il clitoride per rientrare ancora in un colpo solo. Non faccio fatica a entrare perché sei ancora bagnata per l’orgasmo di poco fa. Lo faccio scivolare sulle natiche, ti passa sul buchetto e poi riaffonda ancora dentro di te. Ti scopo forte con colpi decisi per uscire ancora e rientrare fino in fondo.

Avanti e indietro guardando quel tuo culo perfetto fino ad esplodere dentro di te con un piacere tanto atteso quanto intenso.

Mi inviti da te appena finito, come non ti bastasse mai, riprenderemo sul tuo letto.